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I due anziani

Si può notare, come si va dicendo, che gli anziani si dividono in due categorie. Precisiamo: anziani, non pensionati; ossia coloro che hanno valicato gli 85 anni.
Incontriamo gli anziani vecchi, e gli anziani giovani. Può essere un po’ disagevole distinguerli. Però un rilievo fenomenico è agevole. I vecchi brontolano, i giovani agiscono. Proprio come è nell’indole del reale.

Il brontolone non sa staccarsi dal passato: il presente, il nuovo sono tutti sbagliati. Rammento un mio confratello – il quale non riusciva a digerire il papa Giovanni, avendo da criticargli tutto, a iniziare dal vocabolo “aggiornamento”.
Evidentemente l’anziano vecchio ha trovato rassicurazione nelle cose del passato. Ed è come il bambino che cerca di imparare a nuotare tenendosi stretto a una fune, e non riesce ad abbandonare la fune per timore di annegare.

Gli anziani di questo tipo non sono né criticabili né condannabili. Fanno pena perché loro stessi si condannano a non gustare la vita che scorre.
L’anziano giovane trova nel presente nuove occasioni di freschezza. Molti anziani hanno scoperto ciò che troppo spesso avevano trascurato: soprattutto la bellezza e la consolazione del pregare. E del proprio pregare sono padroni solo loro e lo Spirito Santo, sempre disponibile a soccorrere. E poi essi gustano la gioia del cambiamento, che ringiovanisce sempre.

08.07.19