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Il sapore della preghiera  4

Tutti abbiamo sperimentato un senso di sofferenza, nel pregare assieme con altre persone, quando noi si pregava assaporando le parole, e attorno udivamo lo snocciolarsi di mere formule.

Tutti noi abbiamo anche sperimentato il piacere di udire attorno a noi il sapore delle parole di preghiera.

Il Vangelo di Luca ci riporta la presenza di due persone che esprimono sentitamente una preghiera di lode.

“Benedetta tu fra le donne… a che debbo che venga da me la madre del mio Signore?... Beata colei che ha creduto al compimento di ciò che le è stato detto dal Signore”.

A questo inno di lode di Elisabetta l’evangelista fa rispondere altra gioia di preghiera, espressa da Maria: “L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore!”. “Grande cose mi ha fatto l’onnipotente: il suo nome [la sua Persona] è santo!”.

La preghiera di Maria è tutta un entusiasta inno di lode.

“Ha dispiegato la potenza del suo braccio”.

“Ha innalzato gli umili… ha ricolmato di beni gli affamati… ha soccorso Israele”…

Siamo fortunati e profondamente graziati noi, perché ogni sera facciamo nostro questo inno. In esso riversiamo il sapore del nostro pregare e ci sentiamo riconoscenti a Maria (e a S. Luca) per averci messo in bocca il suo inno, e nel cuore la dolcezza di una creatura limpida, che nella preghiera immetteva la gioia di se stessa.

01.05.19