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Mondo piccolo: Nazareth

Il nostro mondo piccolo, composto di incomprensioni, di invidie, di critiche, lo viviamo prima di tutto nel nostro ambiente: famiglia, ufficio, canonica, convento.

Gesù, dopo la sua permanenza con il Battista in Giudea, si rifugiò in Galilea. Ritornò nei luoghi della sua infanzia e della sua  adolescenza. Ritornò ben fornito dalla stessa compiacenza del Padre: “Questi è il mio figlio!”. Aveva le carte in regola per dire la sua, da profeta.

I paesani si chiedono increduli: “Dove è andato a scuola, che corsi di specializzazione ha frequentato? Perché non si esibisce qui da noi, come ha fatto a Cafarnao? E poi chi crede di essere? Noi conosciamo i suoi fratelli, i parenti, e perfino quelle sue sorelle…!”

E’ il mondo piccolo paesano, che non si fida di lui.

Anzi, poiché lui si dichiara per quello che è, la reazione paesana è tale che lo vuole uccidere, precipitandolo da un dirupo.

Gesù sente il mondo piccolo, nel quale si è trovato. E contro questo mondo angusto dichiara apertamente: “Il vero profeta è rifiutato proprio nella sua casa, dai suoi familiari!”. Il profeta del passato, nota Gesù, per fare il bene deve recarsi all’estero, tra quelli di Sarepta.

Egli aiuta a riconoscere i profeti autentici di ogni tempo. Se essi, o noi, troviamo ostacolo tra i nostri (perfino figli contro genitori), allora possiamo rassicurarci e rasserenarci. Gli ostacoli sono atti a rafforzare la coscienza della profezia.

GCM 12.08.14