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Gesù non si fida


    Che strano! Molti credettero in lui, ma lui non si fidava di loro, perché sapeva che cosa stavano pensando.

    Perché Gesù non prese la palla al balzo? Aveva la strada aperta alla popolarità, al successo, e si nega al successo! È incomprensibile a noi. Lui l’aveva già sperimentato sfacciatamente in un’altra occasione. Quando, dopo aver fatto un lungo discorso sulla necessità di “mangiare il pane che il Padre offre”, dovette costatare che gli uditori se ne andarono. È la paura della verità che allontana da Gesù. I pochi che restano con lui, lo fanno perché “tu solo hai parole di vita eterna”.

    La linea di demarcazione è segnata: parole di vita eterna. Quando legge nei suoi ascoltatori il disinteresse per la vita eterna, Gesù non si concede loro, si ritira. Può ancora restare presente con un Occidente, al quale interessa il benessere legato al portafoglio, ma non la luminosità della vita eterna?

    Quando Gesù sente puzza di interessi meschini (“vollero farlo re”: si legge), allora si allontana sdegnato. Non perché lui non si interessasse del benessere della gente, ma perché il benessere da lui inteso era il benessere della persona, non quello delle banche o delle corti.

    Gesù aiutava la gente. Alimentava in essa il grande benessere della speranza: c’è per essa un posto presso quel Padre, che davvero lo ama. E collaborava con il benessere personale, fino a riportare in vita i morti. Gesù preferiva favorire il benessere della persona, a quello del portafoglio. Addirittura quando un certo Zaccheo riaccende la speranza, svuota volentieri il portafoglio.

    Gesù si fida di noi, che crediamo in lui, se in lui crediamo al Figlio di Dio.

    09.03.15