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Le due famiglie 

Gesù era un profeta itinerante, ma non solitario. Anzi, nella sua itineranza aveva scelto dodici collaboratori, che lo seguissero e stessero con lui. Aveva anche dei luoghi di riferimento o di ristoro, come Cafarnao o Betania. Itinerante, ma non arido di affetti.

Quando dovette costatare di essere inviso ai suoi, si rifaceva in altro modo. I suoi di Nazareth lo osteggiarono fino a volerlo buttare giù dal monte per sfracellarlo, egli si ritrasse. I suoi volevano distoglierlo dall’apostolato, e lui trovò la sua vera famiglia in coloro, che facevano la volontà di Dio, ascoltando la sua parola.

Insomma ai nemici di casa, rispondeva ricreandosi una famiglia fuori casa, con gli apostoli e con coloro che godevano della sua parola.

La prima famiglia di Gesù fu quella della sua infanzia e anche della sua giovinezza, quando egli era “sottomesso ai suoi”, come si legge nell’episodio di Gesù dodicenne al Tempio.

Poi, adulto, si formò una nuova famiglia, adatta alle proprie aspirazioni e alla propria vocazione di profeta itinerante. La procreazione di nuovi figli veniva tramite la sua parola. Aveva pur udito da sua madre che lui stesso era stato procreato dalla parola dell’angelo e dallo Spirito Santo.

La sua nuova famiglia (“ecco mia madre, e i miei fratelli e le mie sorelle!”) era aperta a nascite di sempre e di ogni luogo, perché era generata dalla parola e dall’infusione dello Spirito. Doveva essere una famiglia allargata all’infinito. Proprio come in cielo, così in terra: dall’infinito di Dio e del Figlio, all’infinito del Cristo Risorto.

31.01.14