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Sacrificio e misericordia

12.07.12

Gesù richiama la frase biblica: misericordia voglio, non sacrificio.

Il sacrificio, nella mentalità della gente, era compiuto con lo scopo di placare lo sdegno di Dio o degli idoli, o di esaltare la loro maestosità. La misericordia doveva esser diretta verso il prossimo debole e spesso debitore.

Sono due offerte: una rivolta al grande, l’altra ai piccoli. Ebbene: a Dio non interessa la propria grandezza, quanto l’armonia tra gli uomini.

Oggi, quando mammona (guadagno, ricchezza, banche e PIL sono i nuovi dei) domina, vediamo che il nuovo dio reddito e dominio, uccide letteralmente la misericordia. Assassini, guerra, truffe, straricchezza di emiri e di multinazionali, non rispettano gli uomini, soprattutto se umili.

Mi ha fatto pensare alla frase di Gesù, anche nell’osservare certi comportamenti di religiosi, che vivono in comunità.

Alcuni sono ingolfati in preghiere, aggiungono via crucis, si fermano a lungo nel buio in cappella, urlano preghiere… e poi sono incapaci di un sorriso, di conversare con i confratelli, di essere gentili con il prossimo, di non sbattere le porte in faccia, ecc. Ma non sono tutto questo: sono capaci anche di aiutare, eppure non riescono ad avere misericordia. Per difficoltà caratteriale? Per educazione errata o mancante? Per scelta di vita monastica austera?

Ma l’impressione che preferiscano il sacrificio alla misericordia, è facile sia suscitata dal loro comportamento.

La frase Gesù l’applicò ai farisei superreligiosi, pii, mortificati. In loro Gesù non trovava misericordia, e verso di loro Gesù sentiva di rifiutare i sacrifici per usare, lui stesso, misericordia con loro.

GCM 06.04.12