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Meraviglia e amore

Educare i sentimenti è necessario per educare l’amore. Grande carenza d’amore oggi si nota, perché intelletto e operatività (retta e deviata) sono stimolati, mentre l’affettività e l’amore non hanno avuto educazione propria e mirata.

L’inizio dell’educazione affettiva è la stimolazione della meraviglia. Quando noi ci abituiamo e ci esercitiamo ad ammirare, allora si è iniziata l’educazione all’amore.

Ogni azione ed ogni cosa nascondono oggetti di meraviglia. Svelare la meraviglia presente nella realtà, è educazione. Oggi molti non riescono a godere guardando un tramonto.

Però è sufficiente guardare con attenzione una mano. Si muove, quasi meccanicamente, quando, ad esempio, decidiamo di impugnare una biro. Ci avvince quel complesso di leve che fa atteggiare le dita in posizione a noi utile.
Meraviglia l’osservare come queste mie dita si muovono secondo la necessità. Il pollice antagonista delle altre dita. La forza che imprimo nel condurre la penna ad esprimere ciò che sto pensando. La duttilità nel muoversi in mille modi. Insomma la mia mano è un universo di realtà sorprendenti. E così i miei occhi, i miei piedi, il mio portamento. Non occorre che io esca da me, per incontrare stimoli al mio meravigliarmi. Però devo fermarmi a guardare e a pensare per sentire in me sgorgare la meraviglia.

Dalla meraviglia nasce l’apprezzamento. Dall’apprezzamento la gioia di essere ciò che sono e di affezionarmi alle meraviglie che provo.

Se mi affeziono, sto affacciandomi all’amare.

Francesco d’Assisi cantava le meraviglie del mondo. Perciò è definito il santo dell’amore. Un amore, che ammirando le bellezze del mondo, scopriva la bontà di Dio.

GCM 15.04.12