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Il bello della vecchiaia

29.05.12

Per noi anziani, far la volontà di Dio riesce abbastanza facile. Da giovani era necessario scoprire ciò che era obbligo compiere. E la volontà di Dio era indicata da molti fattori, uno dei quali era la “volontà dei superiori”. E i superiori erano tutti, tranne il povero travet. Papa, cardinali, vescovi, monsignori, parroci, codice di Diritto Canonico, Costituzione dell’Ordine, suora generale, superiora della casa, padre generale, padre provinciale, padre guardiano, padri spirituali. E scusatemi se ho dimenticato qualcuno, come professore o altro. Il Vangelo faceva parte un po’ equivoca dentro la selva ora ricordata.

Educati a scoprire la volontà di Dio: soprattutto quella spicciola.

Insomma da giovani ci sollecitava il dovere. Da anziani la volontà di Dio, ci viene indicata dal “potere”. Sono in grado di fare? Mi restano forze?

Questo necessario passaggio dal dovere al potere, semplifica la vita.

Però la vita è semplificata dal semplice detto di Francesco: “la vita del frate minore è osservare il Vangelo”.

Qui volere e potere, si confondono in un unico motivo: Vangelo. E il Vangelo si segue, semplicemente amando.
  

Il “potere”, ossia l’essere fisicamente e psichicamente in grado. Non più l’esterno che incombe, ma l’interno che indica. Anche l’età avanzata è attuazione della profezia:”Allora nessuno dovrà più ammaestrarti, ma lo spirito in te ti suggerirà”. Lo Spirito può manifestarsi anche attraverso la debolezza della carne, attraverso i limiti dell’età.

Anche sotto l’aspetto della vita morale e del comportamento etico, l’età è un grande dono di Dio. Importante è viverla come autentico dono di Dio.

GCM 30.03.12