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Il quotidiano con il Risorto

 Dopo la morte di Gesù, i discepoli rimasero senza il grande riferimento e ritornano a orientarsi riprendendo il piccolo riferimento quotidiano, da cui Gesù li aveva distolti.

 Al posto del grande riferimento, ora essi si accontentano del trantran quotidiano e ritornano alla consueta pesca. Gesù li avrebbe trasformati in pescatori di uomini, ed essi si accontentano di ritornare ad essere pescatori di pesci. Colui che doveva “pascere il gregge di Gesù”, Pietro, ora dice: “Vado a pescare”. Aveva abbandonato barca e reti per Gesù, e adesso ritrova la strada del lago. Ma questo ritorno non produce nulla: non presero nulla. Delusione completa.

 Mentre Pietro e gli altri si mangiano la bile per la mancata pesca, ecco apparire sulla riva un tale, che li saluta e indica loro di gettar la rete in una zona pescosa: a destra.
Gesù non li distoglie dalla loro fatica, entra con loro nel loro quotidiano, ma lo potenzia. E lo rende fecondo.

 Il posto di Gesù Risorto è nel Padre, eppure egli si trova nella riva, vicino ai suoi, che si riprendono: “E’ il Signore!”

 Ancora una volta Pietro abbandono la barca per ritornare da Gesù. Ritorna purificato dalle acque, in cui si tuffa. Con Gesù dentro il quotidiano, questo si amplia nei centocinquantadue pesci, e nel quotidiano essi ricuperano lo stesso Gesù.

 Con Gesù Risorto presente (ed è sempre presente perché risorto) il quotidiano si trasforma, esso diventa conferma del Gesù presente. Il quotidiano si unisce al Risorto, ne proclama la potenza, relativizza tutto, guidandoci a guardare Gesù, per ritrovare anche noi stessi.

 GCM 17.04.09