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Seppellire i morti

 Non pochi, che si dichiarano credenti in Dio e cattolici in relazione alla loro fede, si presentano (non partecipano) alla messa solo in occasione di matrimoni (sempre meno) e di funerali (sempre più). Gesù aveva indicato, a chi lo doveva seguire davvero: “Lasciate che i morti seppelliscano i morti”.

 La chiesa, anche con riti pomposi talvolta, celebra gran funerali. Che la chiesa si diletti a contrastare la parola di Gesù? Il cardinale Bevilacqua, al suo tempo, vedendo chiese perennemente addobbate a lutto, si chiedeva se il Dio cristiano era un Dio dei morti o un Dio dei viventi.

 E’ vero: troppa importanza assumono i funerali, tanto che il giorno di Pasqua di Risurrezione la gente rifugge dalla chiesa.

Gesù perché si espresse nella maniera sopra citata?

 Primo: lui sapeva che il suo sepolcro, per quanto allestito con amicizia da Giuseppe di Arimatea, non era la sua ultima dimora.

 Secondo: tutta la sua vita e la vita dei suoi tendeva alla risurrezione.

 Terzo: nel contesto dentro il quale egli pronunciò quella frase, egli invitava una persona a seguirlo. Lui è la vita, e chi lo segue non segue la morte. I morti ( cioè quelli per i quali la morte è tanto importante da “vivere per la morte ”secondo una frase heideggeriana, ossia da aver paura della morte) dovevano loro occuparsi della morte.

 Chi segue Gesù si occupa della vita, del vivente, del destinato alla risurrezione. Per lui la morte rappresenta un semplice episodio, e non l’ossessione di tutta la vita.

 GCM 14.05.09