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Ammirazione

L’ammirazione per Gesù cresce ogni giorno. Basta leggere un versetto del Vangelo, tacere e fermare il nostro pensiero e il nostro cuore su quel versetto, e la nostra ammirazione per Gesù si arricchisce di nuovi spunti.

L’ammirazione ci allarga il respiro, ci stimola a cantare e a battere le mani, per il nostro Gesù.

Dimenticare Gesù, è un condannarci a non sviluppare la nostra capacità di gioire e di esultare. La tristezza nostra può essere causata anche dai comportamenti di chi ci attornia. Ma se siamo dolcemente convinti e ci rammentiamo che più vicino a noi è Gesù, più vicino di tutti coloro che ci attorniano, allora l’ammirazione e la riconoscenza verso di lui, ci risistema nella gioia, cancellando ogni tristezza.

Gesù ammirato, non come un divo lontano, che fa sfoggio di sé e delle proprie qualità. Gesù ammirato perché tanto vicino, con la sua bontà, che non ci abbandona mai, ma dimora in noi.

Siamo tutti affascinati dalla bellezza. Un quadro di Tiziano o di Raffaello ci rapisce, ci sequestra, se è visto con l’occhio semplice. La bellezza di Gesù ci affascina, perché non è soltanto vista a distanza e fugacemente, come fosse catalogata tra le opere di un museo, ma è comunicata a noi e in noi, tanto da assaporarla in modo totale.

Con noi e in noi, stabile.

E proprio questa sua dimora in noi è motivo ulteriore alla nostra ammirazione. Lui santo, amalgamato stabilmente con me peccatore. Unito a me, come misericordia e perdono, che si rinnova quotidianamente.

Ammirazione per la sua umiltà nel non sfuggirmi, e con me godere e soffrire, cantare e piangere, aiutare gli altri e elevarli

GCM 24.08.09