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Fede dinamica

Chi crede in Gesù ha la vita eterna. “Chi ascolta la mia parola (l’ascoltante la mia parola!) e crede (credente) all’inviante me, ha la vita eterna” (Gv 5, 24). Il verbo è al presente: “ha” la vita, non “avrà” la vita. Si tratta di una specie di meccanismo immediato tra la fede dell’uomo e la vita eterna di Dio.

Troppi cristiani, anche volonterosi e bene intenzionati, sfuggono questa verità. A loro non basta la fede in Gesù e nella sua parola: vogliono sentire, essere rassicurati dall’esterno, avere un riscontro tangibile. La fede è fede. Il riscontro tangibile della fede è la fede stessa.
La meraviglia inaudita del “poter” credere.

La fede mi introduce direttamente nella vita eterna, sorpassando le mie paure, i miei dubbi, il mio peccato. La fede, introducendomi nella nuova vita, mi introduce anche nelle “opere della fede”: battesimo, messa, riconciliazione. Da queste opere della fede si riconosce la fede stessa. S. Giacomo, prestando le sue capacità espressive allo Spirito Santo, dice: “Una fede senza opere è morta; datemi le opere, e da queste arguirò sulla presenza della fede”.

Nel contesto nel quale Gesù afferma questa fede immediata, è ricordato che il Padre opera fino al presente e che anche Gesù opera. La fede è una logica continuazione di questo operare del Figlio in noi. E’ un ingresso nella vasta dinamica di Dio. La fede è movimento: della mente, del cuore, del corpo, perché in essa si colloca quell’amare Dio con tutta la mente e con tutte le forze.

La fede è un repentino precipitarsi nostro nel gorgo di Dio. E’ un sentirci e viverci travolti nella danza Trinitaria. Infatti la fede è abbandonarci in  Dio, ma Dio è colui che opera sempre, che non desiste dalla sua attività, perciò chi crede di aver fede ma non opera, non è entrato nel circolo Trinitario.

GCM 17.03.10