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I piedi lavati

La decadenza molte volte accade nel trasformare una funzione in un rito. La funzione è sempre in vista di una utilità o di un simbolo. Fino a che il valore simbolico è sentito, anche se cambia nel tempo però sempre sostituito da un altro valore, il rito che lo ricorda o lo indica, è vivo. Se il valore e la funzione si spengono, il rito acquista un mero valore in sé e diventa un’abitudine, spesso senza senso.

Sto seguendo i riti della Settimana Santa. Questi riti si chiudono in sé, oppure sono funzione di qualche cosa di più profondo?

Ho assistito al rito del pediluvio, o di quella lontana parvenza di un lavaggio dei piedi. Che senso ha? Nel contesto di persone vestite da vecchi abiti ricchi, che cosa mi dice il rito? Il Vangelo, quando racconta che Gesù lava i piedi, indica con chiarezza il significato del gesto. Non riesco a comprendere il valore del gesto, quando poi il celebrante, che perfino si fa chiamare “servo dei servi” (più basso di così...) poi indossa abiti preziosi, sale in   trono, comanda da sovrano assoluto.

Che forse il rito abbia il significato di una beffa? Credo di no. Forse è un ricordo momentaneo di una realtà sotterranea? Forse è un rimprovero per chi lo esegue?

Quando Gesù avvertì Pietro, dopo avergli lavato i piedi, che quell’abluzione lo abilitava a far parte di Gesù, questi andò in croce. E a Pietro, pentito, affidava il compito di “confortare” i fratelli, e di menare al pascolo il gregge di Gesù. Il simbolo dei piedi lavati era in vista del conforto e della direzione. Il tutto in un contesto di amore (“Pietro, mi ami?”). Perché Gesù nel lavare i piedi non amva di meno, di quanto amasse la peccatrice che pianse ai piedi di Gesù.

GCM 02.04.10   pubbl  10.07.10