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L’anarchia

L’anarchia è un opporsi ai comandi, un andare contro la legge. Essa può essere commessa dall’alto o dal basso. Dall’alto, quando chi ha responsabilità di potere dribbla le leggi, ne impone altre che si oppongono alla giustizia o al bene comune. Dal basso, quando chi fa parte di un contesto civile non osserva o combatte le leggi, e si oppone all’ordine civile che lo circonda. Le piccole anarchie sono i reati, le grandi lo squassamento dell’ordine pubblico.

Oggi, tra di noi, si perpetrano le due anarchie: quella che scende da chi detiene il potere, e quella che è inflitta soprattutto dai gruppi eversivi.

L’anarchia è sempre un osteggiare comunque la legge.

C’è un’altra grave anarchia: quella dell’amore. L’amore supera la legge, addirittura la grazia va contro la legge. L’anarchia dell’amore va contro la legge, perché la supera e sistema il convivere in un modo nuovo. L’amore vince tutto, vanifica i precetti, perché crea un tipo diverso di rapporti e di relazioni, dove l’unica legge è il rispetto e il bene dell’altro.

S. Paolo è categorico nell’indicare la superiorità della grazia sulla legge, e addirittura l’ostacolo che la legge pone alla grazia, all’amore.

L’anarchia dell’amore non distrugge, come ogni altra anarchia, ma edifica, esalta, crea un ordine diverso e inedito: chi vuol essere il primo sia l’ultimo; io, maestro, vi ho lavato i piedi, insegnandovi il capovolgimento dell’ordine costituito, ma non distruggendo ogni ordine: l’ordine dell’amore, di fronte a quello della legge.

“Vi fu detto - non uccidere - ma io vi dico...”. L’amore guarda oltre ogni ordinamento umano, lo vede misero, ne sente la caducità, perché tutto vince l’amore.

GCM 13.03.10