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Amare la verità

Il pericolo è il dominio, che sanziona la diversità e la pone in una scala perpendicolare. Io sono me stesso, e sono più di te. Dall’individualità alla superiorità. Superiorità tanto più pericolosa, quanto più armata.

Il dominio corrompe la dotazione,  sfruttandola come mezzo di oppressione o di conquista.

Esiste un dominio che ci sfugge, quando esso si serve della verità, e soprattutto della verità religiosa.

Io ho la verità, tu sei nell’errore. Il pericolo sta nel verbo avere, che possiede un’infinità di sfumature e di significati. Io ho la verità: è mia semplice caratteristica, oppure mio dominio, che si oppone ad altre voglie di dominare?

Quanto ha influito il dominio della verità e del potere territoriale, sulla separazione tra cattolici, protestanti, ortodossi?

Io ho la verità, più vera della tua.  Ho una teologia che supera la tua. Questo è un modo di servirsi della verità, non di servire alla verità.

Quando poi questa verità è Gesù in persona, allora il possesso della verità è ancora meno probabile e anche più deleterio. Come possiamo vantaci di possedere e di dominare Gesù? Io posso opporre la mia teologia contro altre teologie, la mia spiritualità contro altre spiritualità, ma non mi è lecito (né ovviamente possibile!) imporre Gesù al Gesù presente in qualche modo in ogni uomo e in ogni cultura.

Il nostro grande onore è quello di servire alla verità di Dio, perché Gesù, il Verbo divenuto carne, è venuto per servire e non per essere servito, per dare e non per esigere.

La verità si annuncia, non si brandisce come una spada. Se la verità, cui servo, non mi fa gioire, come posso prenderla a pretesto di una mia superiorità?

GCM 30.01.10