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Morale rigida?

C’è attorno una richiesta che la Chiesa si pieghi al peccato, coonestandolo. Questo non lo fecero neppure i papi corrotti del Rinascimento, e mai lo fecero i santi.

E’ la posizione del cliente che sceglie lo psicoterapeuta, che approvi le immoralità, soprattutto genitali, che il cliente vive. Il bisogno di abbassare il terapeuta alle piccole misure scelte dal cliente.

Si vorrebbe il Papa e i predicatori proni ad accettare divorzi e aborti, tossicodipendenza e ruberie, omosessualità e pedofilia. Si combatte la “rigidità” della morale cattolica, perché non si “umanizza”. Purtroppo l’umanizzarsi si riduce all’imbestialirsi.

Quante debolezze tra i credenti!

Eppure il fatto delle loro debolezze oppure dello scandalo dei Papi, non può diventare regola lassista. La debolezza non può “esigere” una deroga alle leggi di Dio, ma deve rivolgersi all’aiuto di Dio, alla forza di Dio, che - vedi miracolo! - si trova proprio nella debolezza della Chiesa.
Anche sotto quest’aspetto suona misteriosa e consolante la frase di Paolo: “Quando sono debole, allora sono forte!”.

Se coloro che pretendono ammorbidimenti della morale, si mettessero a pregare davvero, allora troverebbero la via per salire dalla loro bassezza.

Ma possiamo aspettarci un radicale in preghiera? Quando chiede un funerale religioso per un non credente, certamente non lo chiede per mettersi a pregare, atteggiamento questo che solo si confà a un funerale cattolico.

Però se non sanno pregare i richiedenti un piegarsi della Chiesa, noi siamo capaci di pregare per loro e di non solo dichiarare le nostre convinzioni, ma di essere convinzione.

GCM 02.09.07