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Quale messa? 2

La qualità conviviale della messa, penetra nello stesso rito.

E’ interessante scoprire negli Atti degli Apostoli, come i credenti aderivano fraternamente alla messa.

Capitolo 2, vv 46-47: ogni giorno erano assidui nel frequentare il tempio, e nelle case spezzavano il pane, prendevano il cibo con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.

Chiaramente il rito di preghiera e di adorazione si svolgeva nel tempio, secondo le regole liturgiche. Il pane invece (cioè l’Eucaristia) era spezzato nelle case, dove il rito lasciava il posto alla gioia.

Perciò la famigliarità dominava e dipingeva l’Eucaristia.

Il Concilio Vaticano II ha spinto alla familiarità; uno dei segni fu appunto l’altare rivolto verso i presenti.

Se la qualità è la familiarità, allora la messa, pur includendo l’adorazione, esalta il dialogo partecipante.

Prima del Concilio, nella maggioranza delle chiese, il mattino era dedicato alle messe, il pomeriggio era dedicato al canto dei Vespri e all’Adorazione Eucaristica.

Oggi l’Adorazione si è rifugiata in alcune “Ore di Adorazione”, dove ancora è seguita questa pratica.

La qualità conviviale della messa, dovrebbe invadere tutta la conduzione, che privilegia i dialoghi, tra di noi e con Dio.

Voltare la schiena ai presenti per parlare con Dio, ha significato preciso, ma dimentica forse che con Dio si può parlare anche guardando la gente negli occhi.

Qualità di presenza, di partecipazione, di conduzione: è un criterio per giudicare il valore della “più messa”

GCM 19.08.08