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Quanta messa?

Quantità e qualità sono i due criteri principali, che ci servono quando misuriamo le cose: quante e quali.

Gli stessi criteri, ho notato, si applicano quando si tratta delle messe: quante e quali. Lo slogan, caro a chi vuole o è costretto a ridurre il numero delle messe, o per scarsità di preti o per ambizione di trovare più gente alla propria messa (vedi dove si insinua l’ambizione!), è appunto “meno messe e più messa”, come anche sento proclamare nella diocesi dentro i confini territoriali della quale io vivo.

Vorrebbero diminuire la quantità e aumentare la qualità. Ma proprio qui si rintana la menzogna, perché la qualità non riguarda il modo e le modalità, ma l’aumento del numero in una sola messa, il che non è qualità, ma mera quantità.

A ben pensarci la qualità delle messe può - e deve - essere curata, anche quando due sole persone partecipano alla messa.

Il criterio della quantità, è quello che molto frequentemente ho udito ricordare, tra i preti e i frati.

Quantità: quante erano le persone presenti. E’ il criterio sociologico applicato ai partecipanti. Ricordo un religioso raggiante quando celebrava davanti a molte persone (come al teatro) e abbacchiato quando i presenti erano pochi. Ed era un religioso “di pietà” come di lui si diceva.

Quantità: quanto tempo dura la messa. E’ il criterio della stanchezza, della fretta e della reale non partecipazione. Ho udito qualche prete vantarsi perché “la mia messa festiva non dura più di trentacinque minuti, e così la gente non si stanca”. Ma forse lo stanco era lui, incapace di concentrarsi nel mistero che stava attuando.

GCM 19.08.08