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Conversione gioiosa

Anche la Messa ci offre un'occasione di gioire per la conversione. Convertirsi per il Vangelo, cioè per l'annuncio di felicità. Non siamo felici se non ci convertiamo alla felicità. Troppo spesso scambiamo il piacere o il divertimento con la felicità. E' il danno recato dalle società del benessere.

Il benessere è il sinonimo della "pace" annunciata a Betlemme. Infatti la pace apportata da Gesù è l' amalgama tra salute (guarigione), rettitudine di idee (scacciata dei demoni), armonia sociale (ama il fratello), spiritualità (chi crede è salvo).
    Quando manca uno di questi elementi la felicità è impossibile.

La nostra società crede di raggiungere la felicità tramite la salute e l'informazione, ma si cura poco della convivenza affettuosa, e non si cura per nulla di favorire gli spazi della fede.
   Perciò la nostra società non sarà mai felice, per quanto si illuda di essere ridanciana e soddisfatta.

La Messa è l'occasione settimanale, meglio se quotidiana, di risperimentare la felicità.
    Essa, nel presente ordinamento, si inizia con la conversione per prepararsi alla felicità.
    La conversione, senza la quale il Vangelo e la Parola di Dio restano impossibili, è il semplice riconoscimento di essere deboli e finiti, imperfetti e peccatori, e la presentazione della misericordia del Dio amante di questa nostra finitudine. Ecco la gioia: Dio ama me peccatore, mi ama davvero e da Dio: infinitamente (una misura a noi sconosciuta).

Dalla conversione gioiosa si passa all'ascolto felice della Parola di Dio, e dall'ascolto al tripudio (in alto i cuori) dell'Eucarestia (cioè del ringraziamento).

    GCM      22.08.02