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Contraddizione

Sono molte le contraddizioni interne ai cristiani. Vangelo contrapposto alla teologia o ai comportamenti.
    Alcune sono lampanti.
    Le crociate sono l'esempio classico: un Dio Amore che "vuole" la guerra, secondo il proclama di Pietro l'Eremita (che avrebbe fatto meglio a restare eremita).
    L'Inquisizione, che scova le deviazioni ideali o comportamentali per far uccidere i colpevoli e appropriarsi dei loro beni economici.
    Le scomuniche per chi erra, la severità contro i peccatori, i castighi giuridici per i deboli, ecc..

C'è una contraddizione, alla quale noi giovani studenti di teologia in preparazione all'esercizio del sacramento della riconciliazione eravamo costretti e alla quale noi non eravamo capaci di sottrarci criticamente.
    Il sacramento della riconciliazione è il sacramento che manifesta e applica in modo sublime la misericordia di Dio. E' il luogo dell'accoglienza e del perdono.
    Orbene ci insegnavano a giudicare e non a usare misericordia. Ci dicevano che il sacramento del perdono doveva essere amministrato "per modum judicii", cioè come un tribunale.

Noi, presi dalla preoccupazione di come far bene il nostro dovere, inesperti del tutto e lasciati a noi stessi (senza un periodo di praticantato!), accettavamo quel modo perché ci appariva rassicurante.
    Ci avessero abituati alla misericordia! Anche per chi si pone in dialogo per la confessione deve pur valere quel "non giudicate e non sarete giudicati", o quel "con la misura con cui misurate sarete misurati", e quel "beati i misericordiosi, perché avranno misericordia!". Ma queste norme dovevano servire solo per la nostra vita privata, non per la nostra attività di "funzionari".

GCM      20.08.02