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Salmi e catarsi

Il salmo biblico è una preghiera? Oppure è soltanto una preghiera?
    Se per preghiera si intende un dialogo a tu per tu con Dio (o con il Padre, secondo la dolce rivelazione unitrinitaria), chiaramente non tutti i salmi sono preghiera.
    Se per preghiera si intende ogni espressione del cuore, della mente o della passione umana, aperta davanti a Dio, quasi tutti i salmi sono preghiera.

Parlare del Padre, oppure esprimersi sicuri che il Padre ci vede ed è con noi, è preghiera.
   Gesù, pregando si rivolgeva al Padre direttamente, sempre. Padre nostro, che sei nei cieli. Padre, se è possibile… Ti benedico, Signore del cielo e della terra … Padre, so che tu mi ascolti sempre … Che siano uno con me, come io sono uno con te … Perché mi hai abbandonato? … Padre, nelle tue mani colloco la mia vita.
    Nell'Apocalisse e nell'Antico Testamento spesso ci imbattiamo in frasi di preghiera pronunciate indirettamente a Dio. La più nota e ripetuta di tali frasi è il "Santo Santo Santo …"

I salmi sono forniti anche di un'altra valenza: sono abreativi e catartici. Essi ci indicano situazione psichiche umane, piene di passione e di pathos. Rabbia, paura, urlo contro i nemici, disperazione, intimità, confidenza, implorazione, ecc.. Espressioni tenui e violente, gioia e sofferenza vissute davanti al Padre e con il Padre. Sfoghi del cuore, urli dell'anima.

Il Breviario cattolico, con la preoccupazione di far recitare tutti (o quasi tutti) i centocinquanta salmi, li colloca in giorni e ore precostituiti. Se io a mezzogiorno sono adirato, devo recitare un salmo di riposo. Se al mattino sono svogliato, devo recitare (verbo indovinatissimo per indicare una parte da attore e non un sentimento!) salmi di gioia! Dove sta allora il mio cuore?
    Fortunati i laici, che non essendo obbligati a obbedire ai liturgisti, possono scegliere i salmi che più si addicono ai propri sentimenti e alla propria catarsi.

GCM      30.11.02