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La ricezione

La ricezione è un vocabolo tecnico poco noto ed è una realtà quasi sconosciuta. Eppure riveste somma importanza per la nostra relazione con Dio.
    Ricezione, ossia ricevere, acconsentire, accogliere. Una volta, nella chiesa, era espressa con la frase "il consenso dei credenti". La Parola di Dio, la sua presenza, la sua opera, restano inefficaci e non salvano, se noi uomini non l'accogliamo.
    Lo stesso amore di Dio, cioè di colui che desidera espandersi entrando nel cuore di me povera creatura, rimane imprigionato ed esiliato in Dio, se io non accetto questo suo amore. Io sono "attivo" nel rendere efficace e fruttuoso l'amore di Dio.

La ricezione si applica anche a tutti i segni che mi offrono e mi portano un annuncio di Dio: i sacramenti, la Bibbia, la carità, la predicazione, le definizioni dottrinali. Tutto questo cumulo di doni divini, trasmessi a me con mezzi umani tangibili, resta inefficace, sterile, neutro, se io non collaboro.

Perché io non collaboro? - Perché non ne sento il bisogno, trovo lontano dalle mie necessità quando mi viene offerto, la cultura che mi circonda lo snobba, la mia sensibilità abituata a Gesù non giudica in armonia la mia vita cristiana con ciò che mi viene proposto, non sono sufficientemente preparato e maturato per vivere come mio quello che mi viene proposto …
    Qualunque possa essere la causa, io finisco con il lasciare inefficace l'opera di Dio.  

Che fare allora? Un esempio del crescere e dello svilupparsi nella ricezione mi viene dal Vangelo di Luca.
    Dio annuncia a Maria che dovrà diventare madre. Maria non accoglie l'annuncio portando in campo difficoltà che in quel frangente secondo lei erano insormontabili.
    Poi ella viene resa convinta con argomenti di fede. Alla fine "riceve" la Parola di Dio, che è resa feconda dalla stessa fecondazione di Maria.

GCM      05.09.02