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Che noia la messa!

     Gran parte di coloro che si dicono cattolici, in Italia, snobbano la messa domenicale, per non parlare addirittura della messa quotidiana.
     La ripetizione rituale annoia. Il cantare assieme è evitato proprio dal popolo più canterino d'Europa. Le preghiere a voce alta sono tacciate di esibizionismo da coloro che la sera di domenica sono diventati afoni a causa del vociare sguaiato allo stadio.

     La messa ripetitiva annoia. Perciò è sfuggita da un popolo, che ormai è diventato nevrotico dal molto indaffararsi e correre.

     Intanto leggo nel Vangelo di Giovanni: "Il Signore mi ha inviato a battezzare, perché Gesù venisse conosciuto dal popolo" (Cfr. Giovanni 1,31).
     Dunque: centinaia e centinaia di battesimi ripetuti fino alla stanchezza dal Battezzatore Giovanni, attendendo "quel" battesimo, quello di Gesù, per il quale il Battezzatore era stato inviato.
     Una serqua innumerata di battesimi in vista di "quel" battesimo. Se Giovanni si fosse stancato per la ripetitività e avesse smesso, "quel" battesimo non sarebbe mai avvenuto.

     Tra le innumerevoli messe, tra le molte preghiere, tra le ripetute meditazioni e opere ascetiche, faranno capolino finalmente "quella" messa e "quel" momento nel quale il Padre ci coglie, ci avvolge con il suo Spirito, e si spalancano i cieli sulla nostra testa e nella nostra vita.
     Da allora in poi tutto prende un altro colore. La messa diventa un godimento, la preghiera un trovarci trinitari, la meditazione una dolce contemplazione.
     Se la noia ci avesse consigliato di abbandonare la messa o la preghiera, quel momento (insight, direbbero gli psicologi … ma non è solo un insight) non sarebbe mai accaduto e la vita sarebbe rimasta piatta e annoiata.

GCM, 03.01.02