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La coppia

Si moltiplica il fenomeno delle coppie di fatto. Anche molti battezzati, che pure non rinnegano il proprio battesimo, formano coppie di fatto. È situazione di irregolarità e di peccato? È soltanto paura di un vincolo infrangibile e duraturo, in una società che esalta la mobilità professionale, il turismo mondiale, la precarietà del pensiero debole? È tentativo di saggiare la propria resistenza e lo spessore del proprio egoismo?

Comunque si possano analizzare e giudicare le coppie di fatto, esse sono sempre l'incontro di due persone, che si sono accorte di poter mettersi insieme, per motivi i più disparati.
    Quasi sempre si formano coppie di fatto, perché i due dichiarano (o sono convinti) di volersi bene. Difficilmente due si uniscono con la precisa diabolica idea di farsi del male con una tortura indefinita.

In pochi casi queste coppie diventano stabili, e - tra i battezzati, che sono sempre gli unici ministri del sacramento del matrimonio - possono rivestire il carattere di matrimonio.

Già il fatto di unirsi per amore (quante diversificazione di contenuto e di vissuto si scoprono all'interno dell'unico vocabolo "amore"!) è un dono divino. Adamo ed Eva non celebrarono alcun rito, ma si ricevettero uomo e donna dalle mani di Dio.

La coppia, comunque formata, è un dono di Dio, perché comporta quote di amore.
    Eppure, per i battezzati, la coppia non è soltanto un dono di Dio, ma diventa partecipazione a Dio, grazie alla fede seguita dal sacramento. In questo modo si passa oltre: alla bellezza del dono si aggiunge la luce della divinità.    Dal dono alla partecipazione. Dall'amore umano elevato all'amore eterno discendente.
    La coppia come introduzione all'irrompere della vita d'amore trinitario nel nostro vivere giornaliero.

GCM      07.12.02