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Necessità di Spirito

Necessitiamo di spiritualità in maniera crescente, proprio perché crescente è la materializzazione della nostra cultura. Un desiderio, ossia, di redenzione.

Il mercato mondiale offre numerosissime fonti di spiritualità. Il rivolgerci a qualcuna di esse genera un’attrattiva irresistibile. Qualche agenzia, del sacro del religioso della filosofia, presenta spiritualità facili, che si possono acquistare da un guru, anche in breve tempo. Spesso è sufficiente eseguire alcuni esercizi, che donano un senso di distensione e di pace.

Sotto questo aspetto, l’Oriente è ricco di offerte di spiritualità, cioè di far sgorgare da noi stessi, quelle riserve dello spirito, che fin dalla nascita è coesistente con noi. È opportuno notare, che il desiderio di spiritualità è stimolato dalla stessa spiritualità o dalla potenzialità di spiritualità che è seminata in noi.

La attivazione della spiritualità, per molte correnti ascetiche, è proprio nell’allargare il seme di spiritualità di cui siamo dotati.
Molte correnti indicano l’uomo, come l’oggetto della spiritualità, e si piegano sempre più intensamente nella spiritualità personale: ecco meditazioni cosiddette trascendentali, ecco attenzioni sul corpo (chi non ricorda gli onfalotropi?), sul pensiero, sulle emozioni, sui sentimenti. È una spiritualità autoreferenziale.

Per il cristiano vale quel “ci hai fatti per te, Signore” così ben centrato da Sant’Agostino. La spiritualità cristiana non è autoreferenziale, ma tesa verso Dio: essa è fondamentalmente dialogica. Così ne consegue che lo spirito dell’uomo si trova con lo Spirito di Dio, ne viene penetrato, ne viene nutrito ed elevato nelle intimità di Dio stesso.

07.04.16