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Il dono della vecchiaia

Le più vistose risorse degli anziani sono la preghiera, la saggezza, la carità.

La preghiera diventa saporita ed essenziale. Il sapore è generato fin dall’inizio del pregare. Quando lo Spirito Santo ci ha fatto percepire la dolcezza del riconoscere che Dio è semplicemente Padre, indipendente dal fatto che lui sia onnipotente, grande, giudice (sebbene lo sia), allora nel cuore si espande una sensazione di dolce sicurezza, che si mantiene durante tutto il tempo del pregare (con parole, salmi, orazioni, sentimenti, ecc.). Il metterci nelle braccia del Padre crea un’atmosfera serena e luminosa, che non è turbata da nulla, nemmeno dalle inevitabili distrazioni. Questa sensazione nasce dopo aver veramente inteso, con la mente e con il cuore, che Lui è davvero Padre che ama senza tregua e senza limiti. Per inserirci in questa atmosfera, il pregare di Gesù e il nostro iniziano con un “Padre”.

La saggezza è un’altra dotazione dei vecchi, che hanno trascorso una vita positiva; essi sono propensi a guardare le azioni in sé, e soprattutto nelle loro conseguenze. Sanno leggere a ritroso. E sono dotati di quella saggezza, che non pretende di imporre ad altri, ai giovani principalmente, la propria saggezza.

La carità: innanzitutto la luminosa carità del ringraziare. Poi quella del comprendere (“alla sua età anch’io…”). Poi quella del dono, spontaneamente soprattutto delle cose che non servono più, e poi di quella verità, acquistata durante lo scorrere della vita.

23.08.16