HOME

Home > Percorso FRANCESCANI > Articoli 2003 > Verso il futuro

Verso il futuro

Ordini religiosi in fibrillazione: temono il rimpicciolirsi e, prima o poi, l'estinzione. I vecchi, grazie a Dio, se ne vanno in braccio al Padre. I giovani trovano più attraenti altre strade, che non la vita religiosa.
     Perché non scorgere in tutto ciò un segno dei tempi? Ossia è finita un'epoca. La speranza deve guardare avanti. Non si può rinverdire una pianta secca, ma - se ancora presenta segni di vita - si può sempre innestare una sua propaggine, affinché si sviluppi in altro ambiente e con altri criteri.
     Il criterio fondamentale è la fede, il Vangelo. Estirpare quindi tutte le superfetazioni, più o meno pie, non necessarie alla salvezza e alla dignità umana.
     Togliere ciò che umilia l'uomo e la donna (e nelle comunità religiose si trovano caterve di umiliazioni delle persone) e causa loro una continua depressione immunitaria. Dare respiro alle iniziative dei singoli e non soffocare la loro vitalità con il pretesto della disciplina e dell'uniformità tanto cara al gregge. Dio non ha mai clonato un solo uomo.

Il vecchio sta tramontando: ecco faccio nuove tutte le cose. Questo è lo stile di Dio. Apritevi al cielo e alla terra. Accogliete tutti gli slanci degli uomini. Cambiate modo di interpretare le comunità: spalancatele a tutti.
     Affiancate ai nuclei tradizionali, nuove forme di partecipazione: vita religiosa temporanea, accoglienza di anziani che desiderano riferirsi ai conventi (nella vecchia Europa gli anziani sono ormai più numerosi dei giovani: si cerchino gli uomini e le donne dove oggi si trovano), ecc.
     Rivedere il concetto di "voto" come relazione a Dio, più che all'istituto. L'obbedienza, per esempio, deve essere prima data a Dio, che ha creato l'uomo libero, e che ha affidato a Gesù il compito di liberare gli uomini. La castità sia amare e non rinsecchirsi. La povertà sia generosità e non privazione, come indicano gli Atti degli Apostoli.  

GCM, 24.04.03