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Spiritualità urbana

In qualcuno ha suscitato meraviglia il mio aver caratterizzato di spiritualità "urbana" il nostro sito.
     Già in un mio articolo precedente su questo sito Internet, avevo indicato il nostro centro come un'oasi nella città.
     Il motivo più urgente per questa caratterizzazione fluttua proprio da Gesù e da Francesco d'Assisi.

Gesù "andava per città e per villaggi".
Francesco non volle continuare la spiritualità monastica. Egli la conosceva. Ci fu un periodo, durante il quale egli la seguì. Però la spiritualità monastica del suo tempo rifuggiva dalle città, poiché talvolta nella città ravvisava il mondo, dal quale separarsi, come avevano insegnato le Tebaidi.
     Francesco invece entrava nelle città, piccole e grandi, e ivi creava i nuclei dei suoi fratelli, scegliendo solitamente i quartieri più poveri e malfamati. Egli immaginava un ordine inurbato, per quanto non rifiutasse i romitori, dove lui stesso si rifugiava, come la Verna.

Perché urbana una spiritualità oggi? - Proprio per estrarre la spiritualità dall'interno dell'agire quotidiano, nel quale si trovano i conventi dei frati francescani, come al tempo di Francesco. Scopo: tenere desta l'attenzione su quello Spirito che riempie l'universo e imprime vigore a ogni opera umana: lavoro, arte, annuncio.
     L'inurbamento ha sempre aiutato il francescano, in particolare il conventuale, a camminare con i tempi, e così a vivere le modulazioni dell'Incarnazione.
     Incarnarsi nel tempo e nelle attività, che cambiano continuamente, oggi più di ieri. Non perdere la corsa della civiltà.

Il francescano, anziché in alcune situazioni religiose, che tendono a rinsecchirsi e a fermarsi nel tradizionalismo (basti osservare la storia comparata delle religioni), si pone all'interno di un movimento dinamico. Sebbene troviamo nella storia una corrente spirituale francescana agreste, pure il traino primario lo produsse il movimento francescano, che ferveva nel conventi cittadini, dove pure erano necessarie le riforme, ma non quelle che tendessero al ritorno nel passato, più o meno fondamentalista.

GCM, 09.06.03