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Lo Spirito si diverte

Da molte bocche si ode una lamentela: le vocazioni (si dice proprio così) per la funzione del prete e per la condizione del frate, sono spaventosamente diminuite. Essere preti, frati e suore non attira più i giovani. Quindi si chiudono mestamente i conventi, alcune parrocchie hanno il prete a prestito una volta la settimana, o il mese.
     Se è vocazione (o chiamata), Dio s'è dimenticato di chiamare? Gli uomini sono diventati sordi alla voce di Dio? Dio non ama più la sua chiesa?

Poi si volge lo sguardo da un altro lato, e vediamo crescere le adesioni ai movimenti: Comunione e Liberazione, Opus Dei, Neo-catecumenali, Focolarini, Rinnovamento nella Spirito … Queste sono chiamate. Non tutte le relative risposte sono oro colato, però a queste chiamate, ossia vocazioni, molti rispondono, perché non sono sordi.
     Che siano queste le nuove forme di vita religiosa, da affiancare a quelle tradizionali, come completamento e supporto? Che a questi movimenti non si possa affidare la conduzione totale della liturgia, dei sacramenti, dell'evangelizzazione pubblica e privata?

Perché chiudere gli occhi davanti all'indicazione della storia data dai movimenti? Evidentemente ci sarà da scegliere, da correggere, da stimolare, da inviare presso di essi egli "episcopi" (termine antico che era attribuito agli "ispettori" delle comunità).
     Al contatto aperto con queste realtà, il vecchio sistema dei conventi verrà riformato. Infatti come mai i giovani aderiscono, per breve o per lungo tempo ai movimenti? Come questi movimenti rispettano la creatività dei giovani, che invece rifiutano l'incasellamento e la depressione disciplinare conventuali? Perché un giovane dovrebbe rinunciare alla propria creatività per diventare pedina passiva di un sistema?
    
GCM 03.08.03