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Pochi Gedeone

Totò si chiedeva: "Siamo uomini o caporali?". Giocava sul doppio senso di "uomini". Ci si può chiedere: "Perché qualcuno aspira a diventare caporale, mentre non è ancora uomo?". O anche: "Crede qualcuno di esser uomo, perché si è fatto promuovere a caporale? Di nascondere la sua umanità inconsistente, pensando di esser qualcuno soltanto perché è stato casualmente promosso all'alto grado di caporale?".

Per fortuna la Bibbia ha risposto da molto tempo a questo quesito.
     Le piante cercavano un re - così narra il testo. Si rivolgono alla vite, che rifiutò di assumersi il comando, perché era già felice di rendere gli uomini e gli dei contenti del suo frutto. Si rivolsero all'ulivo, che rifiutò di comandare, perché pago del bene che già compiva. Si rivolsero al rovo, pianta spinosa e non coltivata, che accettò volentieri, perché così poteva dominare sugli altri. Il comando di chi non era neppure contento di sé.

In compenso, proprio nello stesso libro dei Giudici troviamo Dio che cerca i suoi collaboratori, affinché agiscano e comandino a nome suo. Gedeone, una persona sulla quale Dio pone l'occhio per conferirgli un incarico, si schermisce, perché ha un basso concetto di sé, l'ultimo della famiglia, la quale è l'ultima nella tribù di Manasse, che non era la tribù più in auge.
     Una persona poco dotata, come si dichiarava Gedeone, quando diventa superiore corre il rischio di darsi delle arie e credersi grande e intelligente: cosa che normalmente avviene nelle persone poco intelligenti, che abbiano qualche incarico politico.
Per togliere dalla testa di Gedeone una simile illusione, Dio fece vincere una guerra a Gedeone con pochi uomini e con l'astuzia, ideata da Dio stesso.

La vita dei capi è difficile, se decidono di regolarsi secondo le proprie idee (che non raramente hanno uno sfondo paranoico), anziché fidarsi di Dio, rispettando le idee e le iniziative di Dio, che spesso sono nascoste nel cuore di chi la comunità reputa il più indegno.  

GCM, 20.08.03