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Fuori nido

Esiste un fenomeno curioso e significativo.
Non pochi religiosi, frati e suore, si uniscono ai nuovi movimenti e ne seguono dettami e spirito. Così abbiamo incontrato francescani focolarini, francescani carismatici, francescani neo-catecumenali, ecc. Forse si direbbe meglio: focolarini francescani, neo-catecumenali francescani. Candidamente qualcuno di loro afferma: io in convento non mi confido.
     Evidentemente questi focolarini o neo-catecumenali sentono l'insufficienza della spiritualità francescana, e si abbeverano ad altre fonti. Perché?

I singoli frati e le singole suore diranno il perché personale.
     Forse la spiritualità francescana non è conosciuta sufficientemente ( e dire che sulla spiritualità francescana del Veuthey si sono basati i focolarini).      Forse della spiritualità francescana conosciamo solo l'esiguo, e spesso deviante, precipitato che è depositato nelle costituzioni, e non la fontale carica di liberazione e di libertà.
     Forse la vita delle comunità tradizionali è soffocante, e il convento è la convivenza alberghiera, mentre i movimenti sono il campo per sfogare la vitalità.
     Forse in convento si è un numero, e nei movimenti si ha l'impressione di essere una persona (finché dura l'illusione).
     Forse i movimenti percepiscono di più il presente storico (all'inizio dell'esperienza), mentre i conventi vivono dentro un passato remoto storico.
     Forse i movimenti liberano le emozioni (finemente guidate!), il bisogno di avventura (abilmente sublimato), mentre i conventi appaiono e spesso sono grigi e freddi.
Forse … (all'infinito).

Domanda: tutte le novità. Il calore, l'accoglienza, la scioltezza (prima che vengano ufficialmente riconosciuti i movimenti!) che questi movimenti presentano, è impossibile viverli nei conventi? Perché?

GCM, 06.08.03