HOME

Home > Percorso FRANCESCANI > Articoli 2003 > Comunità Nazareth

Comunità Nazareth

Infelici quelli di Nazareth.
     Era chiamato Gesù di Nazareth, la borgata di mezza montagna, i cui abitanti erano sfottuti per la loro pochezza. Eppure proprio dalla disprezzata Nazareth esce uno che diviene famoso. Potrebbe diventare addirittura il riscatto, il lustro e il benefattore dei compaesani.
     Dopo la propria exploit fuori di Nazareth, Gesù si permette di recarsi dai suoi. Sarebbe dovuto essere accolto con festa, nel borgo diventato orgoglioso d'aver sfornato un genio.
Invece trova freddezza prima, maldicenza poi ("conosciamo i suoi fratelli e perfino le sue sorelle!") e odio alla fine, quando i gentili compaesani spingono Gesù verso il precipizio, con la chiara intenzione di disfarsene. Tenteranno, più avanti nel tempo, di imbavagliare Gesù, trascinandolo nell'impresa anche la stessa madre di Gesù.

La fama di gente dappoco, che Natanaele ricorda secondo il Vangelo di Giovanni, è fama giustamente appioppata. Peccato che la loro stupidità si sia estesa anche verso il "profeta" Gesù!
     Nazareth era in procinto di diventare grande, grazie al compaesano Gesù, e invece si chiude e si gloria della propria stupidità.

È la sorte di molte famiglie e di molte comunità religiose.
     Le comunità rimbecillite non sopportano la presenza di un membro dotato. David Maria Turoldo era mal visto dai suoi e dalla "sua" chiesa.

Di comunità rincagnate nella propria imbecillità, difesa da regole antiquate o interpretate miopicamente, si possono incontrare a bizzeffe. Là il profeta è perseguitato e trascinato sul ciglio, reale o allegorico, del burrone per eliminarlo.
     Povera Nazareth, povere famiglie, povere comunità. Se avessero conosciuto il dono di Dio! Invece sono destinate a estinguersi.

GCM, 06.08.03