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Nessuna turlupinatura

"Se quei cittadini hanno votato per lui, è ovvio che lui ora li tratti da stupidi" mi faceva osservare un amico. "Infatti - continuava - si sono lasciati prendere per il naso durante la campagna elettorale, e ora continua a prenderli per il naso".
Queste frasi mi hanno indotto a riflettere su due fronti: l'eterno "vulgus vult decipi" ( il popolino è felice di essere menato per il naso) e il discorso delle beatitudini.

Sono due maniere di accostarsi alla gente.
La maniera dell'inganno s'infulcra sulle aspettative della gente, quando questa pretende la soluzione dei problemi con un colpo di bacchetta magica. I furbi continuano a mostrare la bacchetta magica ("noi faremo questo e quest'altro") e nascondono la realtà dei fatti e le difficoltà che ogni iniziativa sarà obbligata ad affrontare.
Il discorso delle beatitudini. Anche Gesù va incontro al "popolino" oltre che ai suoi alunni. Li incontra ammettendo sveltamente la realtà: poveri, sofferenti, desiderosi di pace.Li incontra aprendo un'altra realtà: la presenza di Dio anche nella povertà e nella sofferenza. Non nasconde le difficoltà: vi perseguiteranno.
Ebbene, proprio chi non desidera restare turlupinato si affida a Gesù, e s'accorge che lui continua a rispettare, a enunciare la verità, a rinforzare la speranza pura, quella senza specchietti per le allodole.

Noi ci siamo appassionati a Gesù, perché per primo ha realizzato la sua parola. Egli affermò che ai poveri è dovuto il regno dei cieli. Or bene, egli da ricco che era si fece povero, e da povero, torturato e crocifisso, divenne ricco nella risurrezione.
Ci siamo affezionati a Gesù, non solo perché disse la verità con verità, ma anche impersonò la verità, fino a morire per la verità e a risorgere nella verità.

GCM 16.09.03