HOME

Home > Gesù UOMO > Articoli 2004 > Gesù uomo-Dio 1: Contemplarlo

Gesù uomo-Dio 1: Contemplarlo

Marco, quando scrive di Gesù, è attento a molti particolari degli atteggiamenti di Gesù. Lo descrive nella dinamica del suo muoversi e del suo parlare. E' smanioso di scrutare Gesù e vedere la sua umanità.
Forse fu influenzato da Pietro, se è vero che il suo Vangelo è "petrino".

Pietro ebbe uno choc durante la passione di Gesù, quando, dopo che lui aveva rinnegato il maestro, questi lo "guardò" e Pietro uscì fuori a piangere. Lo sguardo penetrante di Gesù, amabile dolcemente rimproverante.
Anche Marco è attraversato dallo sguardo di Gesù. Egli amava Gesù, forse senza averlo conosciuto. Eccetto il caso che fosse lui il giovane avvolto da un lenzuolo, che si libera dalle grinfie dei manigoldi, scappando via nudo, avendo lasciato nelle loro strette soltanto il lenzuolo.
Per non essere frainteso nel suo amore per Gesù uomo, Marco, proprio all'inizio del suo Vangelo, afferma la sua fede nella divinità di Gesù: "Vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio".

Tutti noi che contempliamo la dolce e forte umanità di Gesù, iniziamo con un'affermazione della sua arcana e certa divinità. Altrimenti il nostro discorso su Gesù si perderebbe nei rivoli decadenti degli eroi: Achille, Ulisse, D'Artagnan, Natascia.
Noi guardiamo negli occhi Gesù, per costatare il suo spessore davvero umano, e in questo scoprire depositato e vivo il Verbo.
Anzi, proprio nel muoversi dell'uomo Gesù noi troviamo palesi le qualità di Dio. Qualità che la fantasia e la teodicea umane cercano di indovinare, mentre noi le incontriamo e le tastiamo.
Ammirare le dinamiche dell'uomo Gesù, è trovarci immediatamente nella contemplazione di Dio.

GCM 24.02.04