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Gesù uomo-Dio 2: contatto

Quando rifletto su Antonio, Francesco, Kolbe, Giovanni Calabria, Giuseppe Desa da Copertino, mi piace parlare di umani santi. Uomo santo è Francesco e Antonio e Giuseppe ... Però, quando parlo di Gesù sento il bisogno profondo di riflettere su l'uomo Dio.
Uomo santo è un uomo, strutturato con le dinamiche psichiche umane, e innervato dalla presenza e dall'azione dello Spirito Santo.
Uomo Dio è un uomo, strutturato nelle dinamiche psichiche umane, ma innestato nel verbo di Dio, nella Trinità.

Le dinamiche psichiche dell'uomo santo mi conducono alla presenza dello Spirito operante in lui. Le dinamiche psichiche dell'uomo Dio mi introducono nel seno della Trinità.
Lo sguardo di Gesù mi colpisce, mi seduce e mi inoltra nella Trinità. Da qualsiasi passione umana sia acceso quello sguardo, esso ha anche il potere di travolgermi in Dio.
La mia brama di depistare e di scoprire le dinamiche psichiche di Gesù, mi scaglia nell'oceano di Dio. Io analizzo Gesù, e questo mi rivela Dio. Se vedo davvero lui, io vedo il Padre.

Urge quindi il "vederlo davvero". Non un Gesù elaborato, ma un Gesù al naturale, un Gesù dei Vangeli.
So che anche i Vangeli sono una elaborazione più o meno teologica. So che perfino i Vangeli sono una lettura di seconda mano, perché si basano sulla testimonianza di chi "ha visto", e la testimonianza di chi ha visto non riproduce l'oggetto visto, ma una sua immagine soggettiva stampata nella memoria.
So questo. Eppure se scopro tanta forza di vita nei Vangeli, posso immaginare la vitalità dell'oggetto da essi raccontato.

Io mi aggrappo al vigore divino dei Vangeli, e sento che esso accende sempre una nuova brama di accostarmi a Gesù.

GCM 24.02.04