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Maria

Nelle solennità liturgiche che ricordano la Madonna, spesso viene presentato il Vangelo di Luca, dove si ricorda l’annuncio di Gabriele a Maria.
Forse in quel brano sono racchiusi annunci, e non solo descrizioni di un evento.

In quel brano mi pare di veder le beatitudini, più tardi espresse da Luca, racchiuse in un seme. Maria è il terreno che accoglie il "seme" di Dio: lo Spirito, che fin dall’origine del mondo covava nelle acque.
Lo Spirito agita (vento) e lo Spirito vivifica (cova).

Maria patisce in sé le due facce dello Spirito: crede e si affida, dubita e pensa. Un lungo periodo di alternanze gioiose e tristi, prima dell’assicurazione finale: la Resurrezione e il definitivo inserimento dello Spirito Santo nella Pentecoste.

Maria oggi la vediamo sicura, esaltata, premurosa. Eppure durante la vita terrena, spesso manifestò le proprie incertezze.
All’annuncio dell’Angelo: "Come può avvenire?"
Al tempio: "Una spada ti trafiggerà"
Al tempio Gesù dodicenne: "Non sapevate che..."
A Cana: "Che c’è tra me e te?"
Ella cerca Gesù: "Chi è mia madre?..."
Alla croce: "Ecco tua madre".
Solo prima della Pentecoste , si trova con gli apostoli, nella ferma attesa dell’evento.

Eppure Maria non desiste. All’Angelo dice: "Ecco la serva di Dio". Con Elisabetta esprime la certezza dell’agire di Dio: "Tutti mi chiameranno beata". Al tempio: "Meditava su queste cose". A Cana si rimette a Gesù: "Fate ciò che vi dirà".
Il superamento delle titubanze con la riedizione della fede.

Il Vangelo dell’Annunciazione è il sunto di una vita, di cui Dio si serve, che non si capacita davanti all’azione di Dio, che poi aderisce a quest’azione, lasciando a Dio di attuare tempi e modi.

GCM, 02.12.03