HOME

Home > Gesù UOMO > Articoli 2004 > Gesù solo

Gesù solo

Gesù fu un uomo solo. I suoi, nel momento cruciale (sic!) della sua vita l'abbandonarono. Già durante la sua esistenza veniva lasciato solo dai suoi.
Quando, per esempio, aveva appena annunciato che la sua passione, la sua morte e la sua resurrezione sarebbero state prossime, i suoi non capirono ciò che aveva detto, e per di più si allontanarono nel loro silenzio, perché non osavano interrogarlo.
E, poco dopo, mentre lui camminava avanti ai suoi, questi alle sue spalle, anziché interessarsi su quanto egli aveva detto poc'anzi, litigavano tra loro per ricoprire i primi posti.

Tutti abbiamo sperimentato la tristezza della piccineria. Una persona dotata inventa una nuova iniziativa: una scoperta, un'associazione, un'invenzione artistica, un centro per la sacra rappresentazione. Chiama alcuni a collaborare, e questi si disinteressano del creativo per cercare i primi posti, escludendo l'inventore.
Così avveniva con Gesù. Egli aveva annunciato l'era nuova, molta gente aderiva a lui, e i suoi collaboratori, dimentichi di Gesù e fervorosi nelle proprie ambizioni, già si spartivano la fetta di torta.
Gesù incompreso. Egli chiede: "Volete partecipare alla mia avventura? Se sì, il primo o il secondo posto io non ve l'assicuro".

Gesù solo.
Eppure un Gesù forte, perché aveva la sua grande compensazione: il Padre.
Tutti abbiamo sperimentato l'affettuosa vicinanza del Padre, nei momenti di difficoltà. Prima abbiamo cercato di arrabbiarci, senza combinare un bel nulla. Poi ci siamo ricordati di lui, e abbiamo confidato in lui (non negli uomini), e lentamente in noi è tornata la luce, l'affetto anche nel pieno della solitudine.

GCM 22.09.03