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Sinedrio

Gesù fu condotto davanti al Sinedrio per essere giudicato. Egli si trovava in quasi totale minoranza. Dalla parte di Gesù, ma ormai costretto al silenzio, stava Nicodemo.
Il Sinedrio era composto di uomini religiosi. Si fondava sulla menzogna per condannare Gesù, che è la verità. Tutto il gruppo si faceva coraggio perché erano in molti, contro uno. La menzogna partecipata e sostenuta da molti, tra loro conniventi, era contrabbandata per verità.
Contro Gesù avevano ordito nel nascondimento, per timore del popolo, che si fidava di Gesù, perché lo credeva il liberatore del popolo dalla sudditanza, dalla povertà e dalla malattia.

Il Sinedrio era il luogo del potere, per quanto limitato dal dominio dei Romani, questi nostri antenati, stretti agli Ebrei per annientare Gesù.
I sinedri oggi si sono moltiplicati.
Mi torna in mente un'abbazia. L'abate, pavido ambizioso invidioso, con alcuni chiari tratti di paranoia, deve costatare che la sua "autorità" è minata da un monaco che crede davvero in Gesù, che è intelligente e profondo, stimato e seguito dai borghesi, i quali da lui apprendono soltanto la libertà e l'amore a Gesù.

L'abate, di nascosto, avvicina a uno a uno i monaci, alcuni dei quali sono, come lui, deboli e invidiosi, altri dipendono acriticamente e furbamente dall'abate, altri non conoscono ancora l'indirizzo della propria sessualità, altri sono distruttivi. Alcuni saggi, di vita serena, non s'accordano, ma soltanto tacciono.
Si raduna il sinedrio, il capitolo abbaziale. Si accusa il profeta malcapitato di cose che lui non ha mai commesso. L'accusa è condivisa da tutti. L'invidia è patente, la voglia di distruggere è chiara. Quando il monaco malcapitato cerca di dire le sue ragioni, l'abate urla (Caifa si straccia le vesti) per coprire la sua voce. Monastero: sinedrio di uomini religiosi. Gesù è il colpevole.

GCM, 20.11.03