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Preghiera e protezione


    L'ISIS libico può diventare una sicura minaccia per il Mediterraneo, circondato da Siria e da Libia. È inutile nascondere che la crudeltà dell'ISIS è una reale e molto cattiva minaccia, perfino nelle viscere della stessa Europa.

    Le opposizioni al cancro dell'ISIS si possono organizzare all'interno degli Stati europei o di altre nazioni (Africa, Medio Oriente) con misure di pubblica sicurezza. All'esterno con la diplomazia (tentativo in atto), con le armi (azione pure in atto dall'Egitto, dall'Iraq, dalla Giordania, dai Curdi), e con la preghiera.

    A noi è riservata la zona della preghiera. Ma noi cristiani, crediamo nel valore della preghiera, oppure ci attendiamo il risultato delle armi? Quando l'Europa fu sottoposta alla minaccia musulmana dei Turchi, il Papa di allora organizzò armi e preghiera, ed ebbimo le “vittorie” di Vienna e di Lepanto: truppe di terra, e flotte di mare. I cristiani attribuirono le loro vittorie (più o meno crociate) all'intervento della Madonna.

    Oggi, mentre si organizzano diplomazia e armi, accompagniamo di preghiera sincera e cordiale, queste organizzazioni? Abbiamo davvero fiducia del vero Dio, superando gli idoli creati dall'uomo?

    L'unica nostra arma è la preghiera, non possiamo trascurarla.

    L'altare di Pio V, presente nel tempio di S. Lorenzo, ricorda riconoscente l'aiuto di Maria, nell'allontanare la minaccia turca presente nel Mediterraneo. Può ancora la Madonna venire in nostra difesa, ora che nel Mediterraneo si presenta un'altra minaccia?

    19.02.14