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Funzione sociale del profeta


    Leggo queste frasi: “La loro lingua e le loro opere sono contro il Signore, fino ad offendere la vista della sua Maestà divina. La loro parzialità verso le persone li condanna, ed essi ostentano il peccato come Sodoma”.
    Domanda: sono parole di un moralista di oggi? In dissonanza contro, per esempio, i “gaypride”?

    Domanda: se le frasi sono state scritte nel passato, e non oggi, che il mondo non sia mai cambiato?

    Le frasi citate sono state scritte circa sette secoli prima di Cristo, e ricordate come frasi attribuite al Profeta Isaia.

    Il mondo non è cambiato da prima e da dopo l’inondazione del tempo di Noè. Perciò da sempre la corruzione nelle organizzazioni pubbliche e nella condotta personale è allignata tra gli uomini e tra le donne. In questa palude, si trova anche un piccolo posto per i profeti, che, come Isaia e Cristo, sono eliminati grazie alla mentalità e la moralità, vantate dagli uomini.

    Non sarebbe il caso che finalmente i profeti tacessero e osservassero soltanto il disfacimento del mondo?

    I profeti di Dio (non quelli che sono definiti profeti da se stessi o dagli uomini) non hanno l’incarico di cambiare il mondo: ciò è compito delle arti, della scienza, della politica. Ma grazie a un preciso riferimento superiore eterno, e non grazie a prelievi sociologici in un mondo già corrotto, che spesso del “libito fa licito in sua legge” – come già allora scriveva il nostro Dante.

    I profeti di Dio, hanno il compito primario di richiamare i corrotti ad accorgersi di Dio: noi chiesa siamo profeti. I profeti concorrono anche praticamente al risanamento morale del mondo. Ma il loro compito principale e il loro posto nella società è “l’annuncio”.

    17.08.15