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Carità illuminata


    Forse un po’ di prudenza non guasta, quando ci avvicinano gli accattoni. Sono numerosissimi nella nostra città, perché vengono anche dai dintorni e da altre città, spesso con le loro automobili e perfino organizzati in gruppi.

    Assaltano la città, perché qui la mietitura è abbondante, trovano frequentemente dei cuori tanto delicati, che si trasformano in teste ignoranti.

    Perché allungano la mano senza farsi conoscere o, frequentissimamente, raccontando storielle strappalacrime, sicuri che il buon cuore ci caschi. Ho incontrato un tale che per cinque anni mi ha raccontato la favola di aver un bambino di un anno, sicuro della mia mancanza di memoria. Evidentemente da me non è riuscito a ricevere nulla tranne un sorriso.

    Mi hanno posto sull’avviso alcuni ben informati, che qualche falso povero accoglieva denaro, che poi faceva arrivare all’ISIS. Quindi è un modesto contributo che il cittadino ignaro dà a quelli che vogliono distruggere anche l’Italia. E non possiamo sperare che l’ISIS aiutato risparmierà dalla morte il donatore turlupinato. Anzi credo lo possa ammazzare per primo, perché solo così l’ISIS si mostrerà coerente: ti uccido, perché tu l’hai voluto.

    La carità non prudente non è neppure carità. È supporto ai drogati, ai terroristi, al vizio, all’infingardaggine. La carità non prudente è correità al male. Non è scaricamento di coscienza, ma appesantimento di coscienza. Senza avvedersene, ma non senza cooperare.

    È necessario che l’elemosina sia sempre accompagnata dalla preghiera, come indica la Quaresima, affinché la preghiera illumini la carità.

    26.03.15