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Lepanto?


        Barack Obama, presidente USA, ha espresso e iniziato il progetto di eliminare l’ISIS e tutto il fondamentalismo distruttivo. Sembra una difesa della civiltà occidentale, o comunque non islamica. Una specie di operazione (violenta) contro le forze nocive e distruttive. Alla sua opera si sono unite e collegate quaranta nazioni.

        Che si tratti di una specie di crociata laica? Una riedizione, riveduta in senso laico, dell’unione europea che vinse a Lepanto? I Turchi allora minacciavano ricchezza e religioni europee, e contro i Turchi si allearono Papa e Principi e, in modo particolare, la Repubblica di Venezia. Si trovarono uniti interessi politici, commerciali, religiosi.

        Ci risiamo allora?
    
        Certamente di lotta armata oggi si tratta: come allora sembra però che il cattolicesimo rimanga incerto o si defili.

        Il papa Francesco ha richiamato l’antico principio: è giusto respingere l’invasore, ma non conquistare il territorio degli altri con la guerra.
        Respingere l’invasore con o senza armi? La risposta ovvia: siamo stati invasi con le armi, respingiamo con le armi. Insomma “licet vim vi repellere”. E qui si tratta di popoli. È applicabile l’offrire l’altra guancia a chi ti molla un ceffone?

        Resta soltanto la regola di non superare i limiti: sia difesa, non offesa. Ma dove sta la misura, quale è il limite della reazione? Per tutti è impossibile stabilirlo. La passività di fronte all’aggressore non è possibile. Lui ti mangia. Di più: nel caso nostro esercita anche l’arma della persecuzione (la conversione imposta!), e l’invasione riveste una valenza religiosa.

        Morire come martiri e reagire come cittadini. Si tratta sempre di limiti.

          18.09.14