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Fautori di pace


    Beati coloro che producono pace: così recita il testo greco della beatitudine riportata nel Vangelo di Matteo. Produrre pace in ogni dimensione: interiore, familiare, nelle comunità, nella chiesa e nel mondo.

    “Il Dio della pace” così recita un testo delle lettere dell’Apostolo. Pace è il contesto delle benedizioni messianiche, destinate alla salvezza dell’uomo, che deve trovarsi in pace, prima di tutto con Dio.

    Alla nascita di Gesù, proprio questo significa il canto angelico, che unisce la gloria a Dio con la pace agli uomini. Questa unione non è forzata o pellegrina, ma necessariamente congiunta. La gloria di Dio è l’uomo vivente. E l’uomo vivente, in tanto vive in quanto vive l’armonia.

    La pace è appunto l’atmosfera messianica, ossia l’atmosfera inaugurata da Gesù e prolungata nel mondo con la sua risurrezione. “Pace a voi: come il Padre ha mandato me (fonte della pace: princeps pacis), così io mando voi”.

     Chiunque si adopera per la pace, è un continuatore non solo dell’opera di Gesù, ma dello stesso Gesù, principio di ogni pace.

     Come si propaga la pace che viene da Dio? L’uomo pone in relazione la pace e la guerra, La pace sarebbe una non-guerra. La pace di Gesù, è la pace che ha solo riferimento a se stessa. Essa è la pace della pace. Non la “pace della guerra” come si trova scritto nella Bibbia, quando si riportano le parole di Davide.

     La pace cristiana non è assenza di guerra, ma sviluppo nel mondo dell’opera e della parola di Dio. Opera tanto più importante e forte, quanto più impegnata nello stesso operare di Dio. La beatitudine, come ogni beatitudine, è il profondo vivere in Dio, di Dio.

     03.11.14