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Freschezza di Vangelo


    Sappiamo che il pensiero e l’annuncio di Gesù, hanno tranquillamente superato ogni corrente filosofica. E non se ne è mai vantato. Egli diceva semplicemente ciò che aveva appreso da suo Padre Dio.

    La sua “dottrina” era così alta, che anche gli ignoranti la comprendevano, La sua dottrina era meramente umana, ma non blandiva la parte più volgare delle persone, perciò anche i semplici la sentivano dottrina adatta a loro.

    Parlava con competenza di vita eterna. Quale filosofo era arrivato così in alto? Vita eterna di Dio e dell’uomo. Vita eterna, non un paradiso strutturato a misura dei desideri più o meno corrotti dell’uomo. Ma un paradiso, essenza di Dio nell’uomo, nella storia, e contemporaneamente oltre la storia.
Poi arrivò la filosofia (ossia i filosofi), che pretese di sottoporre il Vangelo negli schemi della logica più o meno umana. Il Vangelo, imprigionato nel letto di Procuste dei filosofi, perse la sua brillantezza, fatta di semplicità intuitiva. Quanto del Vangelo non rientrava negli schemi dei diversi maestri di pensiero, fu scartato. Purtroppo questa operazione di mutilazione fu perpetrata anche dai filosofi, che si proclamavano cristiani. Adattare il Vangelo all’aristotelismo, per esempio, pur con la retta intenzione di adattare l’aristotelismo al Vangelo. Non ci si accorgeva che i due termini appartenevano a regioni diverse. Si devono rispettare le due regioni, non riducendo l’una all’altra, ma scoprendo quanto l’una poteva illuminare l’altra, non per un reciproco assorbimento, ma per una reciproca opera di promozione umana.

    Ritornare al pensiero di Gesù, scoprendone le ricchezze, è aiuto a illuminare il pensiero umano, rispettandolo e superandolo senza vincerlo.

    04.03.15