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Oltre l’arte

Nell’udire un critico d’arte parlare di un pittore, che vuol andare oltre l’arte, pur usando la pittura, mi sono chiesto se è possibile con l’arte andare oltre l’arte. La mia flebile logica mi suggerisce di no. Forse la mia filosofia attribuisce la cosiddetta logica asimmetrica solo alla speculazione matematica e alla dinamica del sogno.

Per trovarci oltre l’arte è necessario aver abbandonato l’arte, per entrare in una sfera trascendente l’arte stessa.
Quale può essere?

Forse la filosofia, che è un porsi domande su tutte la realtà, per poi trascenderle nella metafisica (=sopra la fisica)?
Però la metafisica non è fuori dell’uomo; anzi è dentro l’uomo, come sua qualità riflessiva e ordinatrice. Però la filosofia, e l’arte, non sono oltre se stesse, ma dentro di sé, in quanto dentro l’uomo.

Oltre l’arte sta soltanto chi è oltre colui che produce l’arte. E la stessa metafisica non si colloca oltre colui che produce la metafisica stessa.

L’arte si supera nella preghiera e la preghiera si supera entrando in Dio. Oltre l’arte c’è solamente Dio. Eppure il superamento dell’arte in Dio, non è un uscire dell’arte da se stessa per trovarsi in Dio. E’ piuttosto riconoscere la presenza dell’energia divina, serpeggiante nell’arte stessa. Si può davvero andare oltre l’arte, restando in Dio, da cui l’arte, come ogni altra attività umana, dipende.

La fede ci fa superare l’arte per ritrovarla, integra e dilatata, in Dio. Dio è superiore a noi e a ogni nostra attività pratica e riflessiva. Ma non è fuori di noi, dopo l’incarnazione di Gesù. In lui viviamo, ci rinnoviamo e siamo, come ci ricordano gli Atti degli Apostoli.

GCM 21.07.12