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Attentati islamici

19.06.12

       Nei giorni del Natale 2011, abbiamo appreso di morti uccisi tra di noi, in alcuni paesi, guidati da tiranni, e del massacro dei cristiani in Nigeria, perpetrato da fondamentalisti islamici.

       E’ stata realizzata una autentica lotta (vigliacca) di religione.

       Contro i cristiani. Quindi contro i fedeli  di una fede che si esprime in religione. Perciò contro la religione.

       Gli attentatori hanno offeso la “religione” semplicemente, quindi anche se stessi. Così hanno depotenziato il valore di quella religione stessa, che essi pretendevano di affermare come superiore ad altre e forse unica.

       Ciò che gli islamici estremisti impongono alle altre religioni, fa diminuire la loro religione, e fa aumentare il valore della religione, i cui  membri diventano perfetti, attraverso il martirio.

       Gli attentatori sono poco intelligenti, perché prima di tutto offendono se stessi, proprio attraverso quei gesti che vorrebbero far aumentare la loro supremazia.

       Allora la cattiveria loro rispetto agli altri, si associa alla cattiveria  del disprezzo di se stessi. È un terribile  autogol che indebolisce la forza del loro gruppo di appartenenza, per un depotenziamento spirituale.

       La conseguenza per i  cristiani, evidentemente, non è la vendetta. Essi  pregando e perdonando, riequilibrano il valore non solo della propria religione (già ampiamente compensata dal martirio dei suoi), ma della stessa religione islamica. Il perdono non nobilita solamente la persona che perdona, ma estende i suoi benefici sui persecutori, che “non sanno ciò che fanno” soprattutto contro se stessi, peccando, e che godono dei benefici comunicati tra le religioni.

       GCM   29.12.11