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Amici miei

01.07.12

“Dico a voi, amici miei!” non è una lisa e stanca frase dei politici, che chiamano amici centinaia di uditori presenti senza conoscerne uno. E’ una frase pronunciata da Gesù (verità di Dio) e rivolta ai suoi “discepoli”, ossia a coloro che assistevano alle manifestazioni di Gesù ed erano da lui conosciuti, come ogni maestro conosce i propri discepoli.

Amici miei! Gesù usa questo caro appellativo, quando deve rincuorare i suoi, se dovessero trovarsi in difficoltà, durante le persecuzioni. Amici miei, miei vicini, perché anch’io sono osteggiato e  perseguitato. E li assicura, questi suoi amici, dicendogli che se a Dio non sfugge la morte degli uccelletti, tanto meno gli sfugge la sofferenza dei suoi amici.

C’è dell’affetto e della tenerezza per chi soffre o è in procinto di soffrire, ma non li toglie per metterli al riparo. Un affetto che non sottrae al soffrire, ma rafforza durante il soffrire.

Dico a voi, amici miei, di non aver paura davanti ai vostri avversari, perfino davanti a chi vi uccide. Due termini si accostano quasi inaspettatamente: amici e morte. Amore e morte.

Nella letteratura, soprattutto in quella romantica, l’accostamento amore-morte esprime l’amore tanto sfrenato da raggiungere la morte. In Gesù i due termini si oppongono. L’amore vero si indirizza a generare la vita, perfino dove il nemico produce la morte. L’amico di Gesù non teme la morte, né si lascia invadere dalla morte.

Quel “non temete, amici miei” indica una ferma serenità, anche quando incombe il pericolo della morte. E’ un’amicizia che ci fa morire in pace.

GCM 14.10.11