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Novità e ripudio

24.07.12

Gesù, all’inizio della sua avventura divina si reca anche dai suoi compaesani a Nazareth. Una visita, che doveva essere di cortesia e di rinnovamento, e si trasforma in quasi catastrofe. Egli corre il rischio di essere buttato giù dal dirupo.

Nel racconto di Marco notiamo tre verbi, che esprimono sentimenti. Nei compaesani si notano perplessità per essere stati colpiti dal suo insegnamento (ecsepléssonto) e scandalo (escandalizonto). In Gesù si nota meraviglia per la incredulità dei compaesani (ethaumazen).

Questi sentimenti sono anche espressi. Stringendo in una battuta i sentimenti dei paesani, si potrebbe leggere: “E chi crede di essere lui? Noi conosciamo bene la sua famiglia, perfino le sue sorelle!”.

“Da dove queste cose a lui? Dove le ha trovate? E che razza di cultura gli è venuta addosso?”. “E poi quali energie passano attraverso le sue mani?”. Una frase analoga la troviamo in bocca ai farisei: “D’accordo con il capo dei diavoli egli comanda ai diavoli sudditi”.

Gesù nutre la meraviglia dei puri di cuore. Va a Nazareth per offrire ai suoi i risultati della scuola del Battista, dei suoi ripensamenti nel deserto, della sua posizione, e crede – come tutte le persone pulite – che i suoi capiscano e siano contenti e li trova ostili, come i colleghi di ufficio con uno di loro che si è bene informato sulle ultime disposizioni ministeriali o come un frate aggiornato tra i confratelli.

Gesù credeva di poter gioire con i suoi per la bella novità, e corre il pericolo di essere linciato. Non poté fare tra i suoi nessuna dimostrazione di essere la sede definitiva di Dio sulla terra.

GCM 07.07.12