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Prima il fratello

03.05.12

Il Padre si accontenta dei residui?

Leggendo il brano della liturgia di oggi (Mt 5,23), sembra proprio di sì.

Gesù dice: se stai facendo la tua offerta davanti all’altare, e lì ti sovviene di essere debitore a qualcuno, interrompi l’offerta, paga il tuo debito e dopo fai l’offerta.

L’offerta all’altare, di solito era pingue. Solo i poveracci, come Giuseppe e Maria, offrivano due colombi.

Se il debito da coprire era grave, una parte degli averi doveva coprire il debito, e allora il resto, ridotto del debito, doveva essere usato per il sacrificio. Prima la giustizia verso il prossimo, poi (il resto?) la pietà che offre e si offre a Dio. Il Padre quindi si accontenta dei residui. Proprio come una madre, in una famiglia di poveri, che prima sfama i bambini, poi, se rimane qualche cosa, mangia lei... pulendo i piatti.

Dio è sempre sollecito per l’uomo, per il creditore, per chi attende.

Il profeta ci avverte di non procrastinare la retribuzione a chi ha lavorato, specialmente se è un bracciante giornaliero. E’ quasi un invito alla liberazione da un peso, che ci grava quando dobbiamo qualche cosa agli altri.

Nelle famiglie autentiche, tra genitori e figli si creano delle intese silenziose, che si trasformano in norme di comportamento serenamente seguite da ogni membro. L’armonia viene dall’intesa interna, non da leggi dettate, o imposte, dall’esterno. Nella famiglia ci si comprende.

Or bene, nella famiglia di Dio vige l’intesa. Gesù e i profeti non impongono leggi familiari, ma rispolverano situazioni naturali.  Perciò il Padre richiede un’armonia tra i fratelli, per poter poi gustare l’armonia con lui stesso.
L’armonia tra noi, è l’armonia che lo Spirito Santo trasferisce a noi dalla Trinità.

GCM 02.03.12