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Amore o morte

Una frase della Lettera di Giovanni mi ha lasciato pensieroso: “Chi non ama rimane nella morte”.

Mi sembra voglia significare che siamo nella morte e, se non amiamo, restiamo nella morte.

Come se si cominciasse a vivere, quando si comincia ad amare. L’amore solo apre alla vita, fa esplodere la vita. L’amore è sempre miracoloso, produce o vita o resurrezione.

Perché?

Perché siamo plasmati in maniera di amare. Non solo siamo maturi, se amiamo. Ma siamo nascenti, se amiamo. Tutti abbiamo la capacità di amare. Alcuni però mantengono soffocate le potenzialità di amare. Quasi un aborto.

Dio è Amore, perché Dio è somma vita. Vita purissima, non sopporta nessuna scoria di egoismo. Se noi siamo immagine concreta del Padre, il nostro unico destino è amare per respirare la vita. Amare è dissetarci di Dio, fonte e oceano d’amore.

Io ho la libertà di scegliere tra vita e morte, tra amore o indifferenza o odio. Se evito l’amore, sono uno zombi, un orpellato di vita, con un interno di morte. Posso scegliere di vivere un’esistenza da morto.

“Chi mi libererà da questo corpo di morte?”, si chiede Paolo di Tarso. Chi mi purificherà dall’odio, ossia dall’egoismo? Chi, insomma, mi può far vivere, caricando il mio povero essere dell’energia di amore?

La risposta di Paolo è chiara. Gesù, solo Gesù, che è vissuto per amare, per trasportare in terra la corrente amante del cielo: come in cielo così in terra.

Tempo fa si parlava dell’anima morta, se commetteva un peccato “mortale”. Dopo il peccato, Pietro si sente dire: “Mi ami?”.

GCM 24.07.11, pubblicato 02.11.11